Disegni mandala per calmare la mente!


disegni mandala

I disegni mandala sono ottimi per sviluppare concentrazione e calma. La loro realizzazione richiede molta attenzione e studio. Si parte dall’idea, o motivo, che andremo a ripetere, per stabilire l’ordine delle figure e lo spazio concentrico. La simmetria deve andare di pari passo con le sezioni del cerchio, per non lasciare spazi non occupati, creando disarmonia.

L’effetto ottico deve essere piacevole e rilassare la mente. Per creare queste opere aiuta molto raggiungere uno stato di pace interiore, o perlomeno di focus creativo. L’uso dei colori può riflettere l’emotività od aggiungere sfumature significative per dare un tono all’opera che così diventerà seria, semiseria, giocosa od altro ancora.

I disegni mandala che ho fatto spaziano molto nei concetti. Esistono i mandala tradizionali conosciuti dai buddisti praticanti per rispecchiare l’impermanenza delle cose in questa realtà, ma esistono molte opere di altre religioni che si avvicinano allo stesso motivo circolare e ripetitivo. Anche molte chiese riportano motivi o mosaici con la stessa attitudine alla ripetizione in forme circolari.

Nella foto puoi vedere un mandala su sfondo nero, ed il nero è eccezionale per far risaltare le figure. Dà un suo tono alle figure che diventano quasi teatrali, ed aggiunge una profondità che solletica il gusto personale degli spettatori. Il tema è molto variegato, con variazioni cromatiche utili a non stancare l’occhio che altrimenti può facilmente stancarsi nei disegni mandala troppo monotoni.

Ogni opera deve puntare ad essere memorabile od emotivamente efficace nel suscitare qualche sensazione originale. I mandala spesso riportano ad una sensazione di spazio, di espansione o raccoglimento (a seconda di come viene interpretata la sezione circolare in presenza di forme che suggeriscono un movimento). La tecnica necessaria per affinare lo stile dei mandala è basata su molta pratica e piccoli accorgimenti di natura puramente tecnica. Lo studio sul disegno iniziale guida tutta la realizzazione successiva e finale.

Si arriva spesso ad intravedere mentalmente l’effetto desiderato, ma è possibile anche realizzare una porzione del mandala e poi far uso di specchi riflettenti. Nella fase di creazione dilettantistica, l’uso di uno specchio è molto pratico nello studio di disegni mandala già fatti. Misurare l’effettiva specularità o simmetria di alcune forme aiuta spesso a rintracciare l’ordine voluto dall’artista. Aiuta anche nel trovare ispirazioni in mandala più grandi, aiutando a spezzettare il motivo centrale, ed enucleare le porzioni che più che attirano.

Come disegnare da artista: lascia crescere l’arte che è in te!


come disegnare

Tutti impariamo come disegnare in qualche modo. Chi non impara non diventerà bravo a disegnare, ma cosa è il disegno? Disegnare è la capacità di rappresentare la realtà o parte di essa. Siano essi disegni a matita o veri e propri dipinti, tutti apprendiamo le basi del disegno in qualche modo.

Per chi vuole imparare come disegnare esistono molti corsi di disegno con tante tecniche ed esercizi utili a praticare l’arte. Se però come me senti la necessità di coltivare l’artista che è in te, per capire come disegnare devi prima comprendere i principi di rappresentazione.

La nostra mente riceve degli stimoli dal mondo esteriore: la vista, l’olfatto, il gusto e gli altri sensi sono la matrice grossolana da cui ogni ispirazione trae origine. La mente è un calcolatore instancabile capace di dissezionare e discernere gli elementi primitivi di una informazione, e di cambiare l’ordine, al fine di evidenziare determinati dettagli e mettere in seconda luce altri.

La scelta del disegno non si limita solo alla scelta del soggetto da disegnare, ma richiede tante scelte, che hanno questo scopo di rielaborare gli elementi primari. Parliamo di prospettiva quando ci domandiamo da dove riprendere l’oggetto del disegno, ma perché è importante un posto rispetto ad un altro? Il motivo è nella complessità dell’informazione che riceviamo.

L’artista è colui o colei che eccelle nel riconoscere pochi dettagli, di cui esalta sapientemente le qualità. Un disegno può sembrare così dolce, oppure striminzito. Parliamo di curve, linee e punti, ma il risultato finale è una sinfonia di questi elementi, che possono essere ancora più evidenziati dai diversi colori.

Sembra che una delle capacità innate dell’artista sia quello di non complicarsi la vita. Perlomeno quando si parla di arte. Istintivamente (quasi) nasce la necessità di rendersi facile il compito di rappresentare ciò che si vuole disegnare. Non è infatti (come dicono gli spettatori) il caso che all’artista riesce facile qualcosa, ma tramite una serie di sapienti scelte, è l’artista stesso che individua i dettagli necessari a semplificare il compito.

Gli esercizi sono ciò che creano i fondamentali nell’arte rappresentativa. I disegni a matita sono una fonte inesauribile di sperimentazioni. Quando disegniamo, spesso rappresentiamo dei veri e propri stereotipi, dei modelli preconfigurati nella nostra mente e cementificati da numerose ripetizioni. Lo studio dell’anatomia, delle forme e dei materiali ci aiuta a raccogliere informazioni generiche, applicabili alla più vasta larga quantità di soggetti, così da essere pronti quando ci troveremo di fronte a quello scorcio così speciale, o quella scena così suggestiva.

Lo stesso vale anche per i concetti di base che permettono di trasmettere la bellezza e l’armonia, come la similitudine, il primo cardine fondamentale in ogni sapere artistico. Per un motivo noto, anche se non razionalmente spiegabile al di là dell’aspetto clinico, gli esseri umani sono attratti da ciò che si riflette in modo speculare. La bellezza nasce dalla simmetria per molti artisti.

Così scopriamo che possiamo osare e sviluppare determinate preferenze: come disegnare diversi oggetti usando tecniche differenti tra loro? Il trucco sta nel capire che la tecnica è qualcosa di automatico e meccanico, che richiede solo una buona dose di studio e pratica. L’estro creativo invece è molto più esigente, perché richiede di mantenere aperta la mente a veloci operazioni mentali necessarie a fare esplodere ogni elemento ed ordine gerarchico

Patrimonio artistico : una mostra in più è meglio di una in meno!

patrimonio artistico
Il patrimonio artistico italiano è molto vasto. Abbiamo tutti appreso valori e ricordi indelebili dalle opere che arricchiscono la nostra città o i nostri musei più conosciuti. Per noi, l’arte è una cosa da tutti i giorni. I nostri edifici raccontano tempi che furono perché sono essi stessi un patrimonio artistico.

Fuori dall’Italia, l’artista cresce in modo diverso. Da quando è piccolo, il paesaggio è uno di due estremi (spesso) in quanto o il paesaggio è povero e più naturalistico, abbandonato e spesso in rovina, oppure è rimpiazzato da nuove strutture tecnologiche e continue costruzioni a scopo abitativo.

Il progresso di un individuo nel suo viaggio verso la capacità artistica genera a sua volta un proprio bagaglio artistico, da cui l’artista attinge consapevolmente o meno. La familiarità di certe curve o suoni o colori sgorga spontanea, permeando diversi strati di cultura e tradizione. Il risultato originale di un creativo è spesso il ridimensionamento, o versione aggiornata, di un opera del passato.

Nel patrimonio culturale ed artistico individuale, la persona all’estero beneficia di una scarsa opposizione alle culture esterne, in quanto una povera tradizione impedisce l’arroccamento di certi valori che diventano poi un ostacolo a chi per definizione deve essere fluidamente capace di ampliare i propri orizzonti ed adottare prospettive sempre nuove.

Perciò, il culmine di una crescita professionale deve avvenire, e spesso avviene tramite la formula della Mostra. Una mostra è ciò che permette ad un artista di esporre parte di sé, per scoprire la reazione della comunità e società in cui vive. Si tratta di vedere cosa la propria arte attira e cosa sembra combattere, in quanto una esposizione si scontra con il patrimonio artistico degli spettatori, dal cui incontro nasce una opinione.

Servono più mostre per comprendere il percorso. A volte, aiuta vendere qualche quadro. Altre volte, serve solo un consiglio. Una mostra in più fa sempre bene, ed è una scelta sicuramente migliore del trattenere le proprie opere all’altrui scrutinio. Anche il trasporto fisico degli oggetti fa la sua parte nella crescita dell’artista: la fatica, come la soddisfazione, fa parte del viaggio.

Arte a scuola: come preparare i giovani ed i giovanissimi al mondo!


arte a scuola

Un buon piano di arte a scuola è essenziale. Oggi, l’arte viene insegnata in modo secondario: principalmente è insegnata la critica dell’arte oppure la tecnica dell’arte, ma non l’arte in sé. Nell’antichità, l’arte era il veicolo della morale e dell’etica. Dovrebbe esserlo anche oggi.

In uno Stato italiano che non istruisce a scuola i propri cittadini riguardo le proprie leggi, infatti ad oggi un piano coeso di educazione civica è totalmente assente, l’arte può facilmente colmare quel vuoto tra l’attività fisica e la messa in pratica delle nozioni apprese. Non è un caso che si parla molto di “laboratori” negli ultimi anni.

L’arte a scuola rappresenta il prossimo passo. Paradossalmente, la scuola aspetta di re-introdurre uno dei suoi cardini base: la creatività. L’arte comprende qualsiasi tipo di arte, quindi dalla pittura alla musica, passando per la scultura e la lavorazione creativa di diversi materiali. Insegnare ai bambini (ed ai giovani in generale) la propria capacità creativa non è cosa da poco!

L’atto creativo è la plasmazione della materia alle proprie idee. L’arte a scuola serve per istruire tutti sulla capacità di poter lasciare un segno in questo mondo. Quello che succede oggi è che tale lusso ed istruzione è garantito solo a chi passa attraverso brutte esperienze, perché le brutte esperienze insegnano le conseguenze di determinati atti. E non si tratta neanche sempre di vittime, ma di carnefici, che spesso (ed è il caso del recente bullismo crescente) agiscono a scapito delle proprie responsabilità, in un contesto di libertà creativa deviata e tesa a fuggire la legge!

Senza arte a scuola stiamo creando più criminali? Vale la pena domandarselo, e la risposta non può essere frettolosa. C’è un motivo se l’Italia è vista all’estero come il paese non dei furbi ma dei criminali e dei mafiosi. Lo stereotipo italiano è quello di una persona che parla troppo, agisce vigliaccamente e spesso con l’uso della forza (quasi sempre di gruppo e di stampo mafioso) e che vive la vita come se il mondo intero fosse la propria discarica.

Un tempo, quando Rodolfo Valentino stregava tutti sulle pellicole nei cinema, lo stereotipo italiano era l’instancabile amante, ma oggi tutti i paesi si vedono come la culla dell’amore. Tutti vogliono vedersi al meglio, e molti italiani pensano che l’immagine dell’italiano “piacione” all’estero continui ad essere tale, ma la verità è che l’italiano è spesso visto come un ignorante, non raffinato e di basso intelletto. All’estero, gli intellettuali ti assoceranno sempre a figure geniali del passato se vogliono omaggiare la tua discendenza: “Ah, Leonardo da Vinci”, “Ah, Dante Alighieri”, “Ah, il papa” (anche se il papa non è più italiano da un bel po’).

Molto inizia con l’assenza di arte a scuola, perché l’arte è capace di unire, e questo paese non ha avuto governanti interessati a rendere più coesa la popolazione. I governanti si sono accontentati di avere il Nord ed il Sud, di permettere la violenza mafiosa, di emettere leggi che allungano i tempi della Giustizia anziché offrire un percorso breve ed utile per tutti (avere percorsi lunghi aiuta chi ha molti problemi e può cambiare le leggi od ha amici con questo potere). Dobbiamo iniziare ad istruire bambini intelligenti, capaci di creare anche cose semplici come dei monili, bracciali od orecchini, ed insegnare loro a fare tutto con un tocco artistico, perché l’arte aiuta a non accontentarsi, a non tollerare le violenze, a non avere stupidi limiti mentali.

Come vendere quadri: l’Arte si fa arte del Vendere!


come vendere quadri

Non tutti sanno come vendere quadri ed è facile intuire il motivo! L’arte è un concetto leggero che si posa su diversi cardini di gusto e bellezza, i “canoni” cosiddetti perché la parola latina canon da cui questo termine deriva altro non vuol dire se non “regola”.

Ci piace pensare che l’arte sia qualcosa di sregolato, frutto delle emozioni e forse per questo motivo in pochi si aspettano di vedere delle regole vere e proprie dietro l’apparente caos. Ma del resto, non si deve essere dei geni per aspettarsi che se esiste del colore, allora esiste anche un metodo o modo per cui quel colore finisce su quella tela in un modo e non in un altro. E certo! L’effetto sarebbe del tutto differente! E se l’effetto cambia, allora cambia il risultato finale, cioè l’insieme di sensazioni che quel pezzo di arte creata riesce a suscitare.

Per questo genere di motivi anche la vendita di un’opera d’arte è spesso poco apprezzata. Esistono artisti che non sanno come vendere quadri perché vendere quadri suscita in loro una associazione sgradevole, come di un mercenario che si svende al più acerrimo nemico, e che fa del denaro il proprio dio. Eppure queste sono emozioni, giusto? Non è bizzarro quanto facilmente riusciamo a concepire l’arte e tutto ciò che ci ruota intorno come un ghiribizzo delle emozioni, ma nono possiamo accettare che delle altre emozioni ne influenzino il prezzo finale? Ovviamente, se si è persone che si fanno influenzare da questo genere di presupposizioni.

Invece io dico che per vendere arte bisogna capire l’Arte del vendere e trasformarla in arte del Vendere. Prendiamo cioè una nostra opera e ne facciamo cambiare la forma, questa volta in denaro. Ciò che l’arte del Vendere insegna è infatti il non restare attaccati agli oggetti, perché ci saranno sempre altre occasioni, nuove occasioni, o l’opportunità di creare occasioni nuove o diverse.

Prima di tutto, per capire come vendere arte e come vendere quadri, si deve seguire un metodo: si deve avere un quadro, e si deve sapere quanto si vuole guadagnare. Dopo si deve scegliere come comportarsi ponendosi domande: perché hai bisogno di quella cifra? Servono soldi per vivere? Servono soldi per cambiare l’attrezzatura? Il tuo dovere di artista non ti esime dall’avere il controllo della tua vita, perché senza controllo anche l’arte diventa solo caos su un medium, e poco importa se è una tela, un muro o del fango. Esistono quadri famosi e milionari, murales dal valore culturale ormai inestimabile o sculture che sono servite per fare modelli di opere maestose, ma allo stesso tempo esistono migliaia di opere insipide, graffiti squallidi ed accozzaglie di fanghiglie.

Tu decidi, tu devi padroneggiare la tua arte e fare del vendere una nuova abilità. Si comincia tutti con poco. Si fa un passo alla volta, perché correre senza sapere camminare è da imprudenti. Si deve cominciare, ed imparare. I tuoi clienti non sono che un mercato da esplorare, da capire e da coltivare, esattamente come le tue abilità nella pittura, che sono diverse da quelle necessarie per la scultura, ma che sono legate da fili comuni. La vendita è un processo che a sua volta si poggia su diversi pilastri del sapere, e li devi conoscere tutti se vuoi vendere quadri.

Dipinti famosi: tutto dipende dai particolari! Un caloroso benvenuto è ciò che conta.


dipinti famosi

Un opera d’arte è come uno straniero. Può piacere a pelle, ma spesso è amore od odio, e spesso neanche sono noti i motivi. Un museo può contenere stampe e quadri, ma in realtà contiene l’anima delle persone che hanno prodotto qualcosa, e che non sempre va d’accordo con l’opera che è stata posizionata accanto.
Questo avviene in quanto ogni scultura ed ogni creazione richiede una sua particolare disposizione. L’attenzione verso questi particolari è ciò che rende gli oggetti artistici così preziosi, così delicati, così soggetti a suggestione.

I dipinti famosi che conosciamo tutti sono qualcosa di sconfessato: per alcuni quadri, non si sa perché la fama sia così grande. Se pensiamo alla Monnalisa di Leonardo Da Vinci, ci vengono subito in mente delle frasi sentite in chissà quale trasmissione, oppure forse qualche vago ricordo scolastico.
Lo stesso non lo si può dire per opere di cui la maggior parte delle persone ignora soprattutto il nome: eppure, un dipinto famoso diventa tale quando riesce a colpire lo spettatore, e quando riesce a generare un senso di familiarità, di empatia, o di pura estasi visiva.

Io ho iniziato a decorare i posti in cui vivo ed ho vissuto. “Casa” non è davvero Casa se non ha dentro un pezzo di te. Se non lasci il segno, sei più simile ad un visitatore di lunga permanenza. Ed in questo mondo, siamo tutti viaggiatori. Molti non hanno ancora trovato un posto a cui sentono di appartenere!

Nella foto, puoi vedere uno scorcio decorato della mia attuale abitazione. Un piccolo modo per dare il benvenuto su questo mio blog, ma anche per condividere quella sensazione che vorrei tutti provassero nell’arrivare in un posto curato, personalizzato e che sopra ad ogni cosa ha un messaggio da trasmettere. In questo caso, il messaggio è la mia arte, ma più semplicemente, è quello che ho da offrire. Non troverai nulla di ostentato in questo mio piccolo spazio digitale, ma solo una serie di opere che voglio condividere con te, mio caro lettore o lettrice, per il solo scopo di esprimere me stessa, e cercare di raggiungere quante più persone possibili.
Perché a volte è importante lasciare un messaggio che valga la pena di essere ripetuto. L’arte è questo che fa, replicando ed emettendo nel tempo un messaggio che ha assunto forme precise.

I quadri famosi degli artisti che tutti amiamo od ammiriamo sono riusciti nel superare quella barriera temporale, nel raggiungere una eternità temporanea, delicata ed allo stesso tempo molto forte, capace ancora di ispirare e provocare le menti contemporanee. Auguro a tutti un buon viaggio ed auguro a me stessa che sappia guidarti verso una esplorazione utile e piacevole, che possa aggiungere qualcosa alla tua vita. Benvenuto. Qui sei come a casa.

Disegni mandala per calmare la mente!

I disegni mandala sono ottimi per sviluppare concentrazione e calma. La loro realizzazione richiede molta attenzione e studio. Si parte...