Arte a scuola: come preparare i giovani ed i giovanissimi al mondo!


arte a scuola

Un buon piano di arte a scuola è essenziale. Oggi, l’arte viene insegnata in modo secondario: principalmente è insegnata la critica dell’arte oppure la tecnica dell’arte, ma non l’arte in sé. Nell’antichità, l’arte era il veicolo della morale e dell’etica. Dovrebbe esserlo anche oggi.

In uno Stato italiano che non istruisce a scuola i propri cittadini riguardo le proprie leggi, infatti ad oggi un piano coeso di educazione civica è totalmente assente, l’arte può facilmente colmare quel vuoto tra l’attività fisica e la messa in pratica delle nozioni apprese. Non è un caso che si parla molto di “laboratori” negli ultimi anni.

L’arte a scuola rappresenta il prossimo passo. Paradossalmente, la scuola aspetta di re-introdurre uno dei suoi cardini base: la creatività. L’arte comprende qualsiasi tipo di arte, quindi dalla pittura alla musica, passando per la scultura e la lavorazione creativa di diversi materiali. Insegnare ai bambini (ed ai giovani in generale) la propria capacità creativa non è cosa da poco!

L’atto creativo è la plasmazione della materia alle proprie idee. L’arte a scuola serve per istruire tutti sulla capacità di poter lasciare un segno in questo mondo. Quello che succede oggi è che tale lusso ed istruzione è garantito solo a chi passa attraverso brutte esperienze, perché le brutte esperienze insegnano le conseguenze di determinati atti. E non si tratta neanche sempre di vittime, ma di carnefici, che spesso (ed è il caso del recente bullismo crescente) agiscono a scapito delle proprie responsabilità, in un contesto di libertà creativa deviata e tesa a fuggire la legge!

Senza arte a scuola stiamo creando più criminali? Vale la pena domandarselo, e la risposta non può essere frettolosa. C’è un motivo se l’Italia è vista all’estero come il paese non dei furbi ma dei criminali e dei mafiosi. Lo stereotipo italiano è quello di una persona che parla troppo, agisce vigliaccamente e spesso con l’uso della forza (quasi sempre di gruppo e di stampo mafioso) e che vive la vita come se il mondo intero fosse la propria discarica.

Un tempo, quando Rodolfo Valentino stregava tutti sulle pellicole nei cinema, lo stereotipo italiano era l’instancabile amante, ma oggi tutti i paesi si vedono come la culla dell’amore. Tutti vogliono vedersi al meglio, e molti italiani pensano che l’immagine dell’italiano “piacione” all’estero continui ad essere tale, ma la verità è che l’italiano è spesso visto come un ignorante, non raffinato e di basso intelletto. All’estero, gli intellettuali ti assoceranno sempre a figure geniali del passato se vogliono omaggiare la tua discendenza: “Ah, Leonardo da Vinci”, “Ah, Dante Alighieri”, “Ah, il papa” (anche se il papa non è più italiano da un bel po’).

Molto inizia con l’assenza di arte a scuola, perché l’arte è capace di unire, e questo paese non ha avuto governanti interessati a rendere più coesa la popolazione. I governanti si sono accontentati di avere il Nord ed il Sud, di permettere la violenza mafiosa, di emettere leggi che allungano i tempi della Giustizia anziché offrire un percorso breve ed utile per tutti (avere percorsi lunghi aiuta chi ha molti problemi e può cambiare le leggi od ha amici con questo potere). Dobbiamo iniziare ad istruire bambini intelligenti, capaci di creare anche cose semplici come dei monili, bracciali od orecchini, ed insegnare loro a fare tutto con un tocco artistico, perché l’arte aiuta a non accontentarsi, a non tollerare le violenze, a non avere stupidi limiti mentali.

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